venerdì 25 agosto 2017

Amer

Sfortunatamente ha perso la sua famiglia quando era piccolo ed è stato cresciuto dalla zia materna. Quando giunse a Roc Sym, dove abitava la zia, non riuscì a integrarsi facilmente... [Appendice, L'Impero di Luce]

Seguendo una struttura classica, potrebbe essere considerato come un co-protagonista e, in un certo senso, il suo ruolo inizialmente potrebbe essere interpretato come tale.
Il percorso di Amer, tuttavia, risulterà essere il più tortuoso e rispetto a Sefer sarà costretto ad affrontare questioni spinose e a prendere decisioni difficili. Sarà in particolare il suo passato a cambiare il suo presente e il suo futuro, distruggendo qualunque certezza.
È amico fin dall'infanzia di Sefer e il loro legame, forse, alla fine, sarà davvero l'unica cosa a salvarlo dall'abisso in cui precipiterà...

Nascita: 22° giorno del mese di Piuliat.
Età: 19
Altezza: 1.69
Provenienza: ???, Satrapia del Deserto, Impero.
Aspetto: Capigliatura e occhi rossi sono tipici di famiglie con una lunga discendenza nata e cresciuta nella Satrapia del Deserto. A causa dei rigidi regolamenti della Federazione, capelli e barba devono essere ben mantenuti. Il suo fisico è più fragile rispetto a quello di Sefer.
Appartenenza: Famiglia Salafas (non appartiene alle Dodici Famiglie).
Citazione: «È qualcosa a cui non ha senso pensare. Nel momento in cui ti trovi nella situazione di dover essere ucciso o uccidere, sarà il tuo istinto di sopravvivenza a prendere il sopravvento.»
 

“Ma il mio spirito sarà pronto? Accetterò il fatto di essere
diventato un assassino oppure mi odierò per il resto della mia vita?”

 

La vendetta richiedeva sangue e il ragazzo era consapevole che quella guerra ne avrebbe portato fin troppo.

“E se una volta che il massacro avesse inizio, io dovessi cambiare a tal punto da non riconoscermi nemmeno più?” [XXV - Che il fuoco della guerra divampi, L'Impero di Luce]



Forse è il personaggio che più dovrà affrontare dilemmi profondi e complessi e questo lo rende un co-protagonista che molte volte cercherà di "prendere" il ruolo di Sefer. La meta del suo percorso, tuttavia, è lungi dall'essere visibile all'orizzonte...
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mercoledì 23 agosto 2017

"Storia di una locanda", 1a Parte



“Ero un giovane uomo quando giunsero più di vent’anni or sono. Non ebbero un caloroso benvenuto, raramente gli stranieri ce l’hanno. Gran parte di noi sono restii ad accettare gente proveniente da lontano, da luoghi sconosciuti o pericolosi. E questo vale per gli uomini tanto quanto per le donne e per i bambini. E io che ero cresciuto nella piccola cittadina dove mia madre mi aveva allevato non ero da meno.

Si stabilirono inizialmente in un casale mezzo distrutto al ridosso del cancello settentrionale. Per giorni e giorni nessuno li vide: alcuni dicevano che il padre avesse ammazzato le figlie e fosse impazzito, altri ridacchiavano e chiacchieravano sul fatto che con le figlie, in realtà, si stesse solo ‘divertendo’ un po’. Fu Elys e altre donne, madri di bimbi ancora piccoli, a convincere alcuni di noi a fare un reclamo ufficiale alla guardia cittadina. Farsi spaventare da inutili dicerie era un’idiozia e tale mi sentii quando il Darglain[1] ci rassicurò con una rapida e seccata spiegazione sul funzionamento della barriera e sull’impossibilità che atti simili si compiessero all’interno dei suoi confini. La questione si dissolse con il tempo.

Fu con stupore che, tempo dopo, la notai la prima volta: sebbene ancora malandato e poco illuminato, rimasi comunque colpito dall’insegna che comparve improvvisamente, appesa a una trave barcollante del casale. Pochi giorni dopo cominciai a intravedere i primi avventori e, in un caso, qualche soldato che, forse, stava controllando la situazione. Rimasi lievemente sconcertato, per non parlare della reazione di Elys: una locanda a Roc Sym? Non aveva molto senso e le poche che avevano provato in passato avevano chiuso in poco tempo. Erano sempre state poche le persone cadute preda dell’alcool o di strane sostanze nella nostra cittadina. Purtroppo vi era nata gente peggiore… E in ogni caso, che cosa voleva significare ‘Joker Roc’? Parole senza senso per una locanda che non aveva senso di esistere in un borgo come il nostro.

Fu il caso a farmi cambiare idea: un giorno, mentre tornavo dai campi, dopo che, passati mesi e mesi, le dicerie intorno alla ‘novità’ che ci aveva investito si erano dissipate, assistetti a una scena che non dimenticai facilmente.


«Sparisci dalla mia locanda, pezzente!»


Lo vidi volare fuori dal locale, cadendo a terra. Non lo riconobbi subito e, inizialmente, pensai semplicemente di andarmene. Fu quel vecchio a fermarmi: non avevo mai visto quei famigerati stranieri, ma ne rimasi deluso. Non so bene cosa mi aspettavo, ma in quel momento decisi di rallentare la mia andatura.


«Ma comue cazze ti permettiu?» aveva urlato il barcollante e urlante uomo caduto rovinosamente a terra pochi attimi prima, mentre tentava di rialzarsi.


Lo riconobbi. Purtroppo compresi la situazione e fui tentato di allontanarmi rapidamente. Furono le parole del suo interlocutore a trattenermi.

[...]




Questo racconto, in realtà, non offre grandi sviluppi o rivelazioni sulla trama principale, ma permette di avere uno sguardo sul passato di alcuni personaggi marginali, come Temer, il padre di Sefer, e su alcune "piaghe" che attanagliano l'Impero.
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[1] “Protettore”; si occupano della sicurezza in borghi che hanno qualifiche di un certo livello. Devono sottostare agli ordini di un Ver-dargar.

venerdì 18 agosto 2017

Sefer

"Vive insieme alla sua famiglia a Roc Sym. È un ragazzo simpatico e socievole e alcune volte anche molto testardo. È molto legato alla sua famiglia. Considera Amer come il suo migliore amico..." [Appendice, L'Impero di Luce]

Per quanto possa essere considerato il protagonista, e non a torto da un certo punto di vista, Sefer è e sarà un inconsapevole un fautore del muoversi degli eventi, sebbene non sempre. Sarà costretto dagli eventi a scoprire molto più profondamente il mondo che lo circonda e, proprio grazie al suo "sguardo", faremo un intenso viaggio per l'Impero, facendo tappa persino nella Capitale, Lucem.
Di ceto contandino, Sefer ha sempre vissuto con la sua famiglia,  considerando felicemente il suo futuro già scritto e prestabilito. Ha da poco raggiunto l'età adulta e, sebbene la sua ingenuità e semplicità gli porteranno non pochi problemi, ha saldi principi ed è un fedele suddito dell'Impero.
Naturalmente, e purtroppo per lui, il destino non è del suo stesso avviso e la sua vita prenderà una piega piuttosto inaspettata, i cui risvolti più oscuri sono ancora tutti da scoprire...


Nascita: 3° giorno del mese di Otolete Ruiss.
Età: 18
Altezza: 1.75
Provenienza: Roc Sym, Satrapia del Nord, Impero.
Aspetto: Ha occhi azzurri, cappelli neri e corti e una corporatura magrolina, ma ormai abbastanza massiccia da reggere la fatica del lavoro agricolo.
Appartenenza: /
Citazione: “I morti vanno elogiati, ragazzo mio. Non deprecare il sacrificio
di alcuni per il beneficio di molti altri.”

Sefer alzò lo sguardo, percependo quella voce.

“Non so cosa tu voglia dire, ma devi sparire. Questi sono giorni di lutto e chiunque, o qualunque cosa tu sia, devi solamente che rimanere in silenzio.” [XXVII - Effetti Inaspettati, L'Impero di Luce]




Ecco a voi, dunque, il formale protagonista de "Gli Annali della Caduta". Il suo ruolo, che a lungo andare potrà sembrare di semplice osservatore, cambierà repentinamente. In verità, la sua marginalità subirà un rovesciamento... inaspettato 😉.
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lunedì 14 agosto 2017

TRIBÙ NOMADI DEL DESERTO

Giunti nel deserto secoli prima della nascita di Evansburg, quelli che vengono definiti dai popoli del continente come Nomadi erano, nella maggior parte dei casi, fuggitivi o comunque persone, disperate, in fuga... [Da "L'Impero di Luce", Appendice]

Un tempo abitanti di Ethusa, quelli che vengono definiti come "Nomadi" rappresentano un popolo che ha superato immense difficoltà e che, sebbene vi fossero e vi sono grandi differenze tra i vari gruppi che lo compongono, è riuscito a costruire una propria società e collettività nel posto più pericoloso e impensabile di tutti: il Sadarac. Il deserto che "costeggia" quasi tutto il confine occidentale dell'Impero non è dunque solo una difesa naturale, ma nasconde anche un insidioso nemico.
Vi sono stati scontri tra le tribù Nomadi e l'Impero, ma per quanto i primi si credessero superiori, dato che avevano superato la prova più dura, quella del deserto stesso, non sono mai riusciti a sconfiggere gli imperiali sul campo di battaglia.
Inoltre, per quanto molti li considerino come un'unica comunità, le Diciassette Tribù che ruotano tra le varie oasi sparse per il deserto hanno obiettivi e, in alcuni casi, tradizioni diverse.
Ciò che, tuttavia, unisce le tribù è l'istintivo e primordiale desiderio di tornare a calcare le terre da cui sono fuggiti e forse quel momento non è così lontano...





Per quanto possa sembrare attualmente poco chiara, i motivi della loro fuga saranno descritti e spiegati ampiamente più in là.
Naturalmente, il termine "Nomadi" è usato dagli imperiali, e non solo da loro in verità; il modo in cui nominano il loro popolo è un altro.
Spero che questi abitanti del deserto vi abbiano incuriosito 😉.
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venerdì 11 agosto 2017

Vareg

Vareg: È uno dei Tredici Capi Tribù dei Barbari. [...] Si è sempre considerato un “servitore” del proprio popolo e per questo... [Dall'Appendice de "L'Impero di Luce] 

Data la sua situazione, potrà sembrare un personaggio marginale, ma Vareg rappresenta l'archetipo classico dei Barbari: animo desideroso di combattere e di confrontarsi contro i nemici per l'onore e la prosperità della propria tribù.
In un certo senso è un uomo avido ed egoista, ma questa bramosia è spesso, se non sempre, indirizzata alla prosperità della propria tribù.
La sua storia, inoltre, si scontrerà, sebbene solo indirettamente, con quella di un altro personaggio e proprio per questo, lentamente, lungo la trilogia, questo personaggio assumerà un certo valore, benché, purtroppo, sarà raccontato attraverso il punto di vista di altri.
E forse, solo in seguito, si comprenderà che la sua scellerata decisione non sarà dovuta solo a uno stupido ed egoistico desiderio di battersi...

Nascita: (dato che non vi è un calendario ufficiale tra i Barbari, utilizzerò quello imperiale) 14esimo giorno del mese di Vilis.
Età: 47
Altezza: 1.77
Provenienza: ???
Aspetto: capigliatura abbastanza lunga e dalla barba folta e nera. Gli occhi verdi e la corporatura robusta sono tipiche caratteristiche del suo popolo. È mancino.
Appartenenza: capo di una delle Tredici Tribù.
Citazione: «Molto bene. Vorrei comunque parlare con gli altri capi. Non che non mi fidi della tua parola, tuttavia voglio essere sicuro. La guerra è un affare importante.» [Prologo, L'Impero di Luce]


Eccoci quindi con il secondo personaggio. Come nell'Appendice, li inserirò nell'ordine di apparizione nel romanzo. Ovviamente, alcune informazioni, nel caso di alcuni personaggi quasi tutte, potranno essere vaghe o parziali ma lentamente tutto verrà alla luce.
Per quanto riguarda il riferimento temporale, quanto prima inserirò il calendario che l'Impero usa ufficialmente nei suoi territori.
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mercoledì 9 agosto 2017

"Roc Sym", 2a Parte




"Ricacciati indietro da alcune tribù minori, i bavarieni posero il loro primo assedio cinque anni dopo la caduta del Regno di Otsu, cinque anni in cui, nel tentativo di resistere agli invasori del sud, i Barbari compresero lentamente di dover coadiuvare i loro sforzi per respingere gli eserciti nemici. E fu proprio Gurdegard a diventare il fulcro della resistenza. Purtroppo, troppo indeboliti dalle loro lotte intestine, i Barbari non ressero il confronto a lungo e alla fine i Num dovettero subire un lungo assedio che, poco prima di giungere a un termine scontato, fu spezzato dalla venuta di due nuove tribù minori, migrate e in cerca di nuove terre. Stremati e impoveriti da quella guerra, i Num dovettero cedere il comando e fu proprio ciò a portare la rovina e l’ultimo atto di quella resistenza. I nuovi venuti, troppo sicuri di sé e decisi a porsi come nuovi dominatori della zona, portarono scontento e malumore nella fragile alleanza barbara. Fu proprio tale situazione a portare un secondo e ultimo assedio a Gurdegard. La città venne conquistata, data alle fiamme e gran parte degli abitanti trucidati. Il passaggio dei Barbari su quel lembo di terra andò dimenticato.

Evansburg diede ordine di risparmiare solo l’ormai decadente reggia. Si narra che, però, una volta entratovi da solo, diede ordine di utilizzare proprio i materiali del palazzo per dare inizio alla fondazione di un nuovo villaggio[1]. Al nuovo borgo venne dato il nome di Roc Sym[2].

Nel primo periodo imperiale, alla neo fondata cittadina fu dato un ruolo più simile a un accampamento militare che a un centro abitativo. Decenni dopo che la Satrapia del Nord nacque e che la sua organizzazione venne normalizzata, si diede inizio a un lungo ma graduale cambiamento: oltre le palizzate che la proteggevano, laboriosi e sempre più numerosi contadini cominciarono a coltivare la terra e ad abitare il villaggio, piccoli commercianti diedero vita a piccole attività e famiglie in cerca di nuove ricchezze e possibilità si stabilirono; molti soldati decisero col tempo di rimanere e crearsi una famiglia. Quando le Sei Fortezze furono completate, Roc Sym divenne ufficialmente un Vurden[3] Imperiale e la venuta di aristocratici permise alla cittadina di raggiungere una certa prosperità.

Il suo stato non ebbe grossi mutamenti, nemmeno dopo la fallita invasione dei Barbari sotto la guida di Temla e l’epidemia di Faita Rossa. Generazioni si susseguirono, secoli passarono, ma Roc Sym resistette. Nessuno, tuttavia, ormai conosce più la storia e il passato di quelle terre.”





Molti degli "sbuffi di fumo", di imprecisati segreti e leggende, nascondono sfuggevoli indicazioni su eventuali eventi che potrebbero scatenarsi nella "trama principale".
Purtroppo, la prossima settimana non ci sarà il consueto racconto, quindi con le Cronache ci rivediamo il 16, con "Storia di una locanda".
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[1] Un’altra leggenda afferma anche che qualcosa fu trafugato dal palazzo, qualcosa che Evansburg ordinò a suoi fidati uomini di nascondere.

[2] Nella lingua bavariena e in quella barbara i due termini non hanno alcun significato. Si dice che provengano da un antico idioma ma il cui significato è oscuro.


[3] È la qualifica di un centro abitato con determinate caratteristiche. L’Impero distribuisce qualifiche ai diversi centri, ognuna delle quali ha determinati oneri e vantaggi. Vurden è una posizione intermedia: concede al villaggio di avere un proprio Nerbrund e un proprio centro amministrativo; militarmente, tuttavia, è dipendente da Battler. Avere un proprio governatore, però, impone spesso tributi più pesanti per la cittadinanza.

mercoledì 2 agosto 2017

"Roc Sym", 1a Parte



“Data la sua posizione vicino alla foresta e i due piccoli torrenti che provengono dal Fiume dei Monti Freddi, la sua posizione è sempre stata popolata, tuttavia, inizialmente, non ci fu l’intenzione di formare un borgo fortificato o di qualche rilevanza. La zona era abitata da contadini e allevatori che diedero, a poco a poco, vita a un villaggio di modeste dimensioni.

La situazione non cambiò fino all’arrivo dei Barbari del Nord che, sebbene durante le loro prime incursioni non si curarono troppo della zona se non per saccheggiarla periodicamente, iniziarono, a piccoli gruppi, a insediarsi per tutta la regione. Fu l’arrivo di una tribù minore, i Lingaard, a dare l’ultimo impulso per la creazione delle fondamenta della futura Roc Sym. Il borgo iniziale crebbe esponenzialmente, divenendo con il tempo un vero e proprio crocevia di uomini e merci. Naturalmente, fu proprio ciò ad attirare attenzioni indesiderate e avide.

Druglen Adlan[1] fu assediata molte volte. Fu espugnata solo una volta: i Num, un’altra potente tribù minore giunta dal Nord, puntarono direttamente al villaggio, guidati dalle notizie di ricchezze. L’assedio durò più di due settimane e alla fine le morti furono numerose per entrambi i fronti. Druglen Adlan fu saccheggiata ma non distrutta. I Num, consci di aver perso molti dei loro valorosi guerrieri, presero la decisione di stabilirsi nel villaggio, divenendone di fatto i nuovi dominatori. La tribù dei Lingaard scomparve lentamente, mischiandosi ai Num e finendo per asservirsi quasi completamente ai loro nuovi padroni. Druglen Adlan divenne Gurdegard[2]

Fu proprio con i Num che si aprì il momento di maggior splendore. L’importanza e la ricchezza del villaggio crebbero a dismisura; per un certo periodo i Barbari furono in grado persino di istituire un fragile e temporaneo regno. Il borgo si trasformò completamente: furono alzate palizzate, instaurata una piccola reggia e, al culmine di tale periodo d’oro, i Num furono in grado di instaurare un duraturo e vantaggioso rapporto[3] con l’Impero di Ete.
La situazione mutò nuovamente quando gli etiani crollarono davanti a Evansburg e il suo esercito. Molte tribù che erano state sottomesse si ribellarono e, radunatisi in un’alleanza debole e instabile, erosero il dominio dei Num fino ad assediare Gurdegard. Dopo scontri con esiti alterni e settimane di assedio, l’alleanza si sgretolò e risparmiò la città alle fiamme. Né i Num, né Gurdegard si ripresero. Mentre la regione veniva sconquassata da scontri, razzie e massacri di ogni genere, le pianure centrali, insieme alle città-stato che per lungo tempo avevano resistito ai Barbari, si arresero ai bavarieni. Fu in quel periodo che i Num entrarono in contatto con una loro prima e debole spedizione."

[...]



La storia della fondazione e dello sviluppo di Roc Sym è molto particolare e nasconde alcuni segreti.
Come si può ben vedere, le Cronache non narreranno solo di personaggi o eventi, ma anche di città e luoghi, dentro e fuori l'Impero. Spero che attireranno la vostra attenzione 😀
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[1] La “Rinata Adlan”. Fu il nome che i Lingaard diedero al villaggio che fondarono. Adlan era il vecchio villaggio da cui proveniva la tribù e il leggendario fiume dove, in una visione onirica, il loro primo capo-tribù ricevette indicazioni sul luogo dove avrebbe fondato la loro “casa”.

[2] Gurdeg è la divinità principale del pantheon dei Num. Gurdegard significa letteralmente “Ciò che è di Gurdeg”.


[3] Gli etiani sfruttavano come mercenari i Num per allargare lentamente i loro confini anche nella futura Satrapia del Nord.